Una Storia d’amore

È nel 1925 che tutta la buona società parigina e le grandi figure internazionali d’avanguardia si ritrovano nel centro della capitale francese attorno alla tanta attesa Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne. L’architetto Gio Ponti, allora direttore artistico di Richard-Ginori, famoso manifatturiero di porcellana, partecipa alla mostra del padiglione italiano, mentre Tony Bouilhet, erede della casa Christofle, è responsabile del padiglione francese e della sezione artistica sul coperto.

L'abito in cotone leggero e azzurro cielo del creatore milanese dalla personalità effervescente, si distanzia gaiamente dai cappotti scuri degli architetti e decoratori parigini e affascina Tony Bouilhet. La loro amicizia è immediata e cresce al ritmo della vita notturna parigina e dei concerti Jazz all’Bœuf sur le toit assieme a Jean Cocteau, Francis Picabia e Man Ray. A quell’epoca, Tony ha 28 anni mentre Gio Ponti ne ha 34.

È in questo particolare contesto d’affinità elettive che la famiglia Bouilhet affida a Gio Ponti la costruzione della loro casa di campagna sulla collina di Saint-Cloud. A quell’epoca era terreno di sperimentazione per gli architetti modernisti come Le Corbusier che ha creato una villa per la famiglia Stein-de-Monzie oppure anche Auguste Perret per la famiglia Numar Bey.

Gio e Tony pensavano di chiamare la villa “la Saint-Cloudienne” quando un avvenimento alterò il corso delle cose. Una delle nipoti dell’architetto, Carla Borletti, che non aveva ancora diciotto anni, si recò a Parigi col padre per affari. Gio la presentò a Tony. Si piacquero subito e si sposarono un anno dopo, nel settembre 1928. Per Ponti, un angelo si era introdotto nell’esistenza di Tony, e così la villa finalmente venne battezzata l’Angelo Volante.

Un gioiello di famiglia

Progettata con l'aiuto di Emilio Lancia e Tomaso Buzzi, questa villa è l’occasione per Ponti di sperimentare la sua propria idea sulla “casa all’italiana”. Combinando un acuto senso di modernità con un’architettura classica dalle proporzioni armoniose, dev’essere luminosa, comoda ed accogliente.

La casa è composta da due volumi bianchi equilibrati. Posta sopra l’entrata, un angelo in metallo dorato, brandendo un modellino dell’Ange Volant, accoglie i visitatori. Questo è l’emblema della casa ed è stato realizzato dalle botteghe di Christofle.

L’interno è interamente concepito su delle tonalità chiare e luminose contrastando armoniosamente con i pavimenti di marmo scuro, il parquet ed il linoleum rosso intenso. Per rispondere alle necessità di conforto della vita moderna, Ponti divide lo spazio in tre parti (giorno, notte e servizi) che si dispongono attorno al gran salone a doppia altezza. Pensato come il cuore della casa, questo salone regala maestà e respiro all’intero edificio.

In questa stanza spettacolare, Ponti rivisita tutto il repertorio classico italiano. Le scale, il cui corrimano è stato realizzato da Christofle, porta a un mezzanino che moltiplica i punti di vista sia dall’interno che dall’esterno. Il soffitto è stato concepito come un baldacchino teatrale e poi realizzato con un’effetto trompe l’œil dai colori blu ed oro. All’interno di grandi cartigli sormontati da piccole bandiere francesi ed italiane, sono raffigurati i profili giustapposti di Tony e Carla Bouilhet. Specchi incisi da Fontana Arte inquadrano il bovindo alternando angeli, profili e motivi architettonici.
Il salone si estende da una parte in un caminetto che funge da biblioteca, dall’altra diventa una sala da pranzo somigliante a un ninfeo. Gio Ponti è l’autore di alcuni mobili in legno di noce e anche di accessori e di lampade e appliques fabbricate da Christofle.
Nel 2018, un’ importante retrospettiva è stata dedicata all’opera di Ponti al Museo delle Arti Decorative di Parigi (MAD), attirando l’attenzione del pubblico sull’eccezionale testimonianza che l’Ange Volant costituisce. Infatti, con la Villa Planchart a Caracas, L’Ange Volant è una delle rare costruzioni di Gio Ponti ad essere conservata con la più grande cura.

Photo Christina Vervitsioti-Missoffe

Gio Ponti: un creatore visionario

"Sono un artista che si è innamorato dell’architettura"

Gio ponti è un creatore fuori dal comune con una carriera unica di architetto, designer, autore, direttore di pubblicazioni, ma anche di disegnatore e di pittore. La sua attività potrebbe essere sintetizzata nello slogan di Ernesto Nathan Rogers, leggermente adattato: “dal cucchiaio al grattacielo”, riferito all’emblematico grattacielo Pirelli inaugurato a Milano nel 1956. Ponti si dedicò alla costruzione di una centinaia di edifici in 14 paesi diversi: ville, uffici, scuole. Ha dedicato altrettanta energia alla progettazione di interni, mobili, lampade, tessuti e scenografie per il teatro.

Innamorato follemente del suo paese, Gio ponti fu ugualmente un ardente difensore dell’“art de vivre” all’italiana e uno dei maggiori protagonisti del fenomeno del “Made in Italy” durante il dopoguerra. La casa all’italiana, dove si congiungono colori, semplicità, eleganza e modernità, riunisce le condizioni necessarie alla “joie de vivre”. Questo ideale umanista non cessa nel perseguirlo. Infatti, immagina soluzioni d’arredamento destinate a tenere intorno a sé solo l’essenziale: le opere d’arte, poiché la casa deve poter riflettere l’apice della civiltà dei propri abitanti.

Gio Ponti durante la sua vita ha pubblicato 1100 articoli, in grandi giornali e riviste tra cui il Corriere della Sera, Domus, Stile, Casabella etc., per difendere e promuovere le sue creazioni e le sue idee innovative sul design e sull’architettura.

Grazie alla rivista Domus, fondata nel 1928 e diretta da lui stesso per una gran parte della sua vita, ha fatto conoscere l’architettura, il design e l’artigianato italiano al mondo intero. Il suo coinvolgimento nel’arredamento di navi transatlantiche - con il know-how e lo stile del suo paese- e la sua organizzazione e partecipazione in più di 40 esposizioni a Milano, Parigi, Londra e in America hanno avuto un ruolo importante nella sua promozione.

Famosi storici come Germano Celant, Fulvio Irace e Pierre Restany hanno scritto, organizzato mostre o partecipato a conferenze su Gio ponti, al fine di ricordarne l’importanza nella storia dell’architettura e del design del XX esimo secolo. Oggi, più di 16 editori producono e distribuiscono i suoi mobili: lampade, ceramiche, stoviglie, ma anche maniglie, tessuti, specchi e pavimenti. Questa attività testimonia l’incremento d’interesse degli amanti di design per l’eleganza eterna di Gio Ponti.

Da molti anni, gli eredi di Gio Ponti hanno pazientemente raccolto una serie di archivi eccezionali attorno all’opera dell’architetto, comprendendo disegni, progetti, fotografie e una dettagliata corrispondenza. Situata a Milano, il Gio Ponti Archives propone un’abbondante documentazione consultabile online sul suo sito web.

Courtesy Gio Ponti Archives - photo Paolo Gasparini

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